Associazione Italiana degli Slavisti
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato del Presidente dell'Associazione Italiana degli Slavisti
24.02.22
Con l’invasione militare dell’Ucraina avviata alle prime luci dell’alba di oggi su ordine del presidente della Federazione russa Vladimir Putin e con la connivenza del suo omologo e sodale bielorusso Aleksandr Lukašenko assistiamo in queste ore ad eventi che fino a ieri erano impensabili e ai quali, nonostante le inquietanti avvisaglie dei giorni scorsi, nessuno di noi voleva prestare fede. Tuttora il sentimento che prevale è lo sgomento e l’incredulità, ma soprattutto una profonda angoscia nel dovere assistere, da spettatori impotenti, a un’aggressione brutale, odiosa e vile, in ogni caso inaccettabile da chiunque abbia a cuore la convivenza tra i popoli fondata sul rispetto della vita umana e della persona. Dopo le preoccupazioni espresse in questi anni di fronte alla manipolazione della memoria storica e alla crescente limitazione delle libertà nella società russa – attuata mediante censura, intimidazioni, allontanamento di docenti universitari, incriminazione di dissidenti, chiusura di istituti e infine liquidazione di ONG (l’ultimo caso, il più eclatante, quello di “Memorial”), dopo tutto ciò davvero non credevamo di dover assistere anche all’invasione di uno stato indipendente e libero, che col ricordo ci riporta tristemente agli orrori della II guerra mondiale.
Per sua consuetudine l’AIS non prende posizione ufficiale di fronte a conflitti o fatti, pure gravi, che possano verificarsi nell’ambito dei paesi di pertinenza degli slavisti. La ratio, condivisibile o meno, è infatti sempre stata quella di salvaguardare l’indipendenza dell’Associazione, che per suo statuto ha scopi eminentemente scientifici e di promozione degli studi slavi, non certo quello della militanza (a qualunque titolo). Senza voler derogare a tale principio e in accordo con l’intero Direttivo AIS, in questo drammatico frangente non possiamo tuttavia non esprimere un profondo moto di sdegno e condanna per quanto sta accadendo, né intendiamo far mancare la nostra vicinanza alle colleghe e colleghi più direttamente coinvolti, e in generale a tutti i civili residenti e non sul suolo ucraino, i quali, immaginiamo, stanno vivendo momenti di particolare apprensione per sé, per i propri cari e per le sorti future del loro paese.
Come comunità di studiosi, amanti della cultura russa e ucraina, non c’è molto che possiamo fare in questo momento, se non continuare a adoperare con coscienza e dedizione i nostri quotidiani strumenti di lavoro: e dunque, cercare di analizzare e spiegare gli avvenimenti in corso con tutta l’onestà intellettuale di cui siamo capaci, nelle aule universitarie e al di fuori di esse, illustrando i fatti per quello che sono e, se non altro, demistificando ricostruzioni storiche false e tendenziose come quelle ascoltate di recente dalle labbra del presidente della Federazione russa (vd. il Discorso alla nazione del 22 febbraio scorso), che hanno come unico scopo quello di destabilizzare le opinioni pubbliche, alimentare la paura, fomentare l’odio e la violenza.
Con l’auspicio che le ragioni del dialogo e del confronto pacifico tornino a prevalere al più presto sul linguaggio delle armi, a tutti un cordiale augurio di buon lavoro.
Il Presidente AIS
Cristiano Diddi
Link al Comunicato AIS 24 febbraio.pdf