Se lo spirito del socialismo avrebbe puntato utopisticamente alla formazione di una cultura prodotta e fruita dal proletariato, gli sforzi precedenti avevano teso a cooptare i rappresentanti meno politicizzati e più arrendevoli delle classi illetterate per farli aderire alle proprie categorie culturali contando su una sorta di abiura dell’identità di partenza. Tra Case del Popolo, teatri di piazza e in muratura, biblioteche di varia natura, società di temperanza, concerti gratuiti contestati, letture di cassetta, iconografie di natura ‘alta’ e ‘bassa’, festeggiamenti sacri e profani, fughe dalla città verso il verde, conflittuali realtà urbane e rurali, questo libro accompagna, tra costanti passaggi di confine e contaminazioni culturali, in un percorso articolato, basato su ricchissime e impeccabili documentazioni e impostato su rigorose basi teoriche. Una Pietroburgo ancora scarsamente indagata e tutta da scoprire. (Dalla prefazione di G. P. Piretto)