L'Autore affronta il tema della conquista del Caucaso da parte dell'esercito zarista, indagando l'atteggiamento tenuto di fronte a tale evento da tre dei maggiori autori della letteratura russa dell'Ottocento: Aleksandr Puškin (1799-1837), Michail Lermontov (1814-1841) e Lev Tolstoj (1828-1910), espresso in alcune delle loro opere più conosciute. Del primo sono analizzati i tre principali poemetti meridionali, quindi il resoconto del viaggio compiuto ad Arzrum nel 1829 sul teatro di guerra russo-turco e infine il dramma Boris Godunov, consacrato soprattutto alla questione del potere, in cui però s'impone la volontà di creare un impero. Di Lermontov, oltre al poemetto Il novizio, ambientato in Georgia, è presa in esame la novella Bela, facente parte del ‘romanzo' Un eroe del nostro tempo, in quanto si evince con chiarezza l'atteggiamento di dispregio degli ufficiali russi nei confronti degli indigeni caucasici. Di Tolstoj viene vagliata in primo luogo la posizione del giovane autore negli anni Cinquanta dell'Ottocento, allora addirittura combattente volontario nel Caucaso, esposta nel racconto L'incursione e di seguito quella del ‘secondo' Tolstoj, pacifista e antimilitarista, manifestata nel racconto lungo Chadži-Murat.