Čevengur è una città immaginaria situata nelle steppe della Russia centrale. I suoi abitanti vogliono vivere seguendo i dettami e le regole di un comunismo integrale e puro, ma il risultato è una società bislacca, malriuscita e demenziale, destinata al disastro. Riflessione politica, meditazione sull'incapacità dell'uomo di conciliare desiderio e realtà, specchio paradossale di un sogno irrealizzabile, Čevengur è la cronaca irresistibile e acutissima di una catastrofe. Grazie a un grottesco capovolgimento di prospettiva, Platonov costruisce una vera e propria epica rovesciata della rivoluzione, rappresentando sapientemente un mondo in cui l'unico lavoro consentito è quello improduttivo. Scritto tra il 1926 e il 1929 - anno in cui fu bloccato dalla censura sovietica -, il romanzo racconta con spietata chiarezza i fallimenti del comunismo.