Nel suo pregnante Majakovskij e il teatro russo di avanguardia (Torino 1959), Ripellino sottolinea come i rapporti fra arte e letteratura siano particolarmente intensi in Russia alla vigilia della rivoluzione di Ottobre e come poeti e artisti si siano reciprocamente influenzati in uno straordinario caleidoscopio creativo. Burljuk e Majakovskij avevano studiato insieme all’Istituto di pittura, scultura e architettura di Mosca, Kručenych, Kamenskij, Chlebnikov, Zabolockij si interessavano di arte, quando non disegnavano in prima persona, e da parte loro, parecchi pittori, Filonov, Malevič, Ol’ga Rozanova, solo per fare alcuni nomi, si dedicarono alla composizione poetica.
Partendo da questo assunto, il dottorato in “Scienze del testo” della Sapienza ha proposto ai giovani studiosi un ciclo di seminari dal titolo “Testo e immagine” nell’intento di approfondire il tema, allargandone i limiti spazio-temporali. Un ulteriore spunto lo hanno fornito le nuove ricerche estetiche sull’arte e in particolare la tesi sulla possibilità di definire l’opera d’arte in base alle relazioni che la legano a elementi che l’occhio non può cogliere, enunciata da Arthur Danto nel suo La trasfigurazione del banale (Bari 2008).
Per non disperdere un ricco patrimonio di studi, abbiamo raccolto i testi delle lezioni, aggiungendone anche altre di argomento analogo, nel volume Testo e immagine. Studi di cultura russa, proponendo così un “viaggio” tra arte e letteratura che spazia dalla visione storico-filosofica dell’Ottocento, all’espressionismo astratto, agli ultimi gruppi di avanguardia, dalla visione realista-socialista degli anni Trenta, al concettualismo e al postmodernismo degli anni 90 del Novecento.