Autore/i: Ljudmila Petruševskaja
Traduttore/i: Giulia Marcucci e Claudia Zonghetti
Editore: Brioschi editore
Luogo: Milano
Anno: 2019
È con una penna graffiante che Ljudmila Petruševskaja restituisce la memoria di un’infanzia sovietica a cavallo della seconda guerra mondiale. Il filo dei ricordi si snoda in un quadro familiare ricco e stravagante, dove emergo l’affetto bruciante per il bisnonno Tato, tra i primi ad aderire alla causa bolscevica, le vibrazioni nostalgiche per una madre assente e l’ammirazione per nonno Kolja, il celebre linguista che tenne testa a Stalin. La piccola Ljudmila figura tra i tanti sfollati che nel gelo del 1941 lasciano Mosca per Kujbyšev, al riparo dalla linea del fronte. Con la nonna e la zia, la vita è segnata dagli stenti: cibo e cherosene sono razionati, il calore di un cappotto è un sogno. In più, su una famiglia come la loro, di “nemici del popolo”, pende anche la viltà dell’emarginazione sociale. A tutto questo, però, la piccola risponde con un disinvolto susseguirsi di avventure e ribellioni quotidiane che anticipano una vita di anticonformismo.